RACCONTO NR 3

UNA TAZZA DI SANGUE.

Era inverno, era freddo ed ero sola sulla pensilina del treno, avevo aspettato per un'ora, ma il treno per Boston non arrivava; era quasi mezzanotte e pensai ad uno sciopero, così, tornando in paese, dove, cosa strana, non vidi nessuno ne per strada ne alle finestre, mi fermai ad un bar e chiesi un bicchiere di vino.
" Mi spiace signora, ma ho messo tutti i bicchieri a lavare, mi rimane questa tazza..."
Risposi che non avevo problemi ed un vino color sangue scese prima nella tazza e poi dentro la mia bocca, che assaporava un nettare mai bevuto prima di allora; qualche secondo dopo ero a terra e le ultime parole che sentii furono queste: " È pronta... portala via".
Mi svegliai in una casa abbandonata in legno di noce ed un nano, offeso nel volto, stava, con gran fatica, scendendo le scale, ma quando ebbe sceso l'ultimo gradino si avvicinò a me e disse: " Morirai... sarai seppellita in una bara... non ne uscirai... è la fine che ti aspetta... non hai scampo".
Poi, come era arrivato, in un attimo scomparve davanti alla mia vista.
Pensai che stavo ancora sognando, ma un vegliardo con una lanterna mi si avvicinò e disse: " Presto signora, se vuol salva la vita! ".
Chiesi dove mi trovavo e lui rispose: " Nella terra di mezzo, questa è la chiave, percorra quella scala a chiocciola ed apra la porta, ma ricordi, metà entra, metà esce il giorno di Halloween, per cui, se vuole tornare nel suo mondo espiri l'aria nei polmoni quando esce, lasciando in questa dimora ciò che non le appartiene ".
Presi la lampada che mi offriva il vegliardo e corsi per la ripida scala a chiocciola, aprii la porta, espirai ed il......... barista mi disse: " Tutto bene signora? Sembra stanca, si è addormentata sul bancone: ancora una TAZZA DI SANGUE?"



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