RACCONTO NR 1

Giugno 97, una data da ricordare...

Ero a casa, una splendida tenuta in un bosco isolato, la notte faceva capolino, la mia villa in legno nel Tennesse non era male, acquistata per due soldi, chissà chi l'aveva venduta perchè avesse fatto un'offerta così esigua.
Ormai notte, ma qualcosa che percepivo non andava, sapevo che erano i primi giorni lì e dovevo ancora abituarmi, il bosco cingeva per trenta chilometri di diametro tutto i luogo, ma non era un problema visto lo stress della città in cui vivevo; ad un certo punto la temperatura scese bruscamente, così decisi di rientrare e serrare la portafinestra dietro di me, ma non ebbi il tempo di posare il primo passo dentro casa che mi accorsi che all'interno era ancora più freddo...
Strano... accesi il camino dopo aver chiuso e pensai che stesse arrivando la pioggia, ma non era così... Tra tanti libri nella libreria ne scelsi uno, tanto per passare il tempo, mi cadde dalle mani, però e si aprì, con grande sconcerto, alla pagina sei, sei, sei... La falce era stampata su quella pagina. Corsi fuori, ma qualcosa mi impedì di entrare nel bosco! 
" Ho bisogno di te... della tua vita!"
Non sapevo da dove venisse quella voce, mi sentivo soffocare come se qualcuno stesse stringendo il mio collo con forza, ma... la sensazione svanì e corsi per il bosco fino alla fine del sentiero che portava alla mia auto, una ruota a terra... " Poco male, la cambio e me ne vado... la villa è chiusa, tornerò di giorno".
Non avevo guardato bene, tutte le gomme erano a terra  così mi precipitai verso il laghetto, ma si stava già alzando una fitta nebbia ed in poco tempo persi la cognizione di dove mi trovassi... " Vali poco amico... Non ti accorgi che ti sei perso???"
"Ancora quella voce, pensai, devo fuggire!". Ma le mie gambe già iniziavano a tremare contro la mia volontà.
"Te lo devo proprio dire, amico?... Ho bisogno del tuo corpo..."
Presi fiato e ricominciai a correre, adesso capivo perchè avevano svenduto la tenuta, ad un broker così giovane, che non fosse del posto, l'incentivo di pagare a rate era davvero il massimo, adesso però, vedevo quel massimo come il massimo della sfortuna.
Caddi e di nuovo qualcosa mi bloccò senza lasciarmi respirare.
" Voglio il tuo corpo... ho bisogno del tuo corpo..."
Con un anelito di fiato chiesi: " Perchè? "
"Se tu muori... io vivrò..."
Una voce lenta spettrale e gutturale, il suo odore ripugnante ed il contatto del mio stomaco con qualcosa di freddo fecero scendere l'adrenalina, avevo paura... svenni...
Quando mi ripresi tutto brillava, ma era il cervello che si stava riprendendo, non persi tempo e mi alzai... o meglio, cercai di farlo, ma sentii un forte dolore allo stomaco; alzai la t-shirt e con immenso stupore vidi un taglio abbastanza profondo nel ventre che vomitava sangue a fiotti. Presi la t-shirt e già la stavo facendo a brandelli per farne una fasciatura quando il taglio scomparve... Ero nauseato e vomitai, ma non quello che avevo mangiato... in terra il mio vomito si muoveva, mi avvicinai e vidi che erano usciti dalla mia bocca vermi... Vomitai ancora, ma percorsi altri chilometri; l'adrenalina saliva di nuovo, tutto ciò non era possibile...
" Solo io posso fermare il tuo strazio..." . Questa volta la voce proveniva da tutto il bosco. Atteaversai uno stagno e vidi di fronte a me chi mi stava parlando... Un passamontagna nero, un corpo così robusto da essere vicino ad una quercia, jeans azzurri e scarponi militari... qualcosa di luccicante brillava nelle sue mani... Guardai meglio: un coltello da caccia. 
L'odore nauseabondo arrivava da ogni parte, si avvicinò come sparendo da lontano e ricomparendo di fronte a me e dalla sua bocca uscirono quattro tentacoli rivelando denti aguzzi e gialli... Un calcio all'addome e la figura sparì..." Ci rivedremo presto all'INFERNO ".
"Perchè?". Mi chiesi se avessi fatto un torto a chi mi avesse venduto la casa indirizzandolo verso un'investimento sbagliato, ma non rouscivo a trovare la persona, al lavoro non ero il massimo della correttezza, dovevo sbrigarmi o sarebbe riapparso, ma che direzione prendere? Toccai gli alberi, stavo andando verso nord... " La Statale... devo arrivare alla stale...". Ma non sapevo che in luoghi umidi non c'era differenza tra nord e sud sugli alberi...
Dopo altri chilometri arrivai ad una baracca, vi corsi dentro e chiusi con il chiavistello. Il camino s'accese d'improvviso ed io non feci altro che guardare... Guardare il coltello che penetrava il mio stomaco...
Poi mi svegliai, era notte ed ero nel mio letto, sudato fino all'orlo, ma ancora vivo...
" Dottore, cosa è successo?"
" Vittima di strangolamento insieme a lacerazione della parte addominale... è stato accoltellato mentre siffocava..."
"Non avrà sentito il notiziario... non tutti, quì hanno la tv o la radio...".
Fu allora che sentii il ticchettare della punta di un coltello, feci per alzarmi credendo di non essermi ancora davvero svegliato, ma non potevo.
" Mettetelo nel sacco, è ora di andare, le indagini proseguiranno domani..."
Fui chiuso in un sacco e trasportato su di un mezzo, fu allora che sentii di nuovo la sua voce...
" Sceriffo, che ne facciamo del corpo?"
" Portatelo pure dall'anatomo/patologo, ci penserà lui, tanto è come gli altri..."
" Gli altri chi?? Gli altri chi??!! GLI ALTRI CHI????!!!"
" Gridai, ma nessuno rispose, solo ad un certo punto una voce fece capolino nel sacco dove mi avevano ficcato: " AVEVO BISOGNO DI TE... DEL TUO CORPO...PENSA CHE IN QUESTA VITA SONO " VICE " ".

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