RACCONTO NR 5

IL MANOSCRITTO...

Ero un contadino, avevo un piccolo casa in montagna con annesso un capanno per gli attrezzi; il trentesimo anno di età aveva nevicato abbondantemente ed avevo bisogno di legna per il fuoco e mi recai nel capanno. Forse la stanchezza, forse il caso... mi sedetti su di un baule... non ricordavo di avercelo messo e dopo aver tirato un po' di legna in casa, tornai per prenderlo.
Lo portai in quella che era la sala e lo esaminai, non aveva chiusure ne lucchetti, presi l'attizzatoio e lo forzai con una semplice flessione sulle cinghie arrugginite. Non ebbi modo di capire di chi fosse, o chi lo avesse abbandonato, fatto sta che esaminai tutto il contenuto: dei bei vestiti, una tuba, una pistola vecchio stampo, delle candele, che presi ed accesi per illuminare bene, un bicchiere ed una serie di lettere con una dicitura strana che riportava ad una corrispindenza di molti personaggi famosi nel passato. Quello che mi colpì fu la pergamena in fondo al baule sormontata da un doblone vecchio stampo. Oro, finalmente avevo del denaro per comprare due capre, ma era rugginoso, scrollai il baule e ne cadde un gessetto. Strano... strano l'abbigliamento, il contenuto e... il doppio fondo nel baule.
C'erano due orecchini ed un collier di diamanti.... nessuno poteva più fermarmi, ma... ci ripensai, forse era il bottino di qualche ladro lì in giro, forse... forse avrei dovuto restituire tutto alla polizia, ma volevo essere ricco, almeno per una notte volevo essere ricco!!! Mi misi gl'abiti, presi il doblone e lo misi nel bicchiere che avevo trovato, ci aggiunsi del sale per sciogliere le impurezze e posai il gesso sulla pergamena che stava sotto il bicchiere posati entrambi sul comodino. Feci due passi pavoneggiandomi, poi, preso il collier dal baule e gli orecchini, li misi nel cassetto e mi sdraiai... Càddi in un sonno profondissimo ed incontrai una figura in gessato bianco.
La figura mi guardò con occhi vitrei, poi fece per girarsi ed estrasse qualcosa dalla tasca che luccicava, ma non vidi bene e mi svegliai.
Il giorno dopo, sui muri era apparso ciò che era scritto sulla pergamena su tutti e quattro i muri; era un linguaggio che non capivo, forse un dialetto dell'epoca, fatto sta che ridipinsi i muri e portai tutto dalla polizia.
Mi dissero che dopo un anno, se nessuno avesse chiesto, sarei potuto tornare per prendere tutto, ma come arrivai a casa vidi che nel recinto c'era qualcosa di strano... di due pecore ora una era nera ed una bianca... qualche scherzo...
Toccai il vello, ma non era stata dipinta.
Da noi i montoni neri portano sfortuna, così dopo averlo maciullato co un coltello ben affilato lo buttai nel pozzo. Non lo avessi mai fatto, il pozzo cominciò a puzzare e l'acqua non era più bevibile, ma cosa chiedere ad un contadino? Chiesi aiuto ad un amico per sanarlo ed incontrai... mia moglie, un matrimonio che portò denaro, fino al punto d'onvestire sempre più e scordarmi dopo un anno il baule... non mi serviva, ero il più ricco del paese, potevo avere tutto, ma volevo di più, così mi trasferii in città dive potetti, in soli dieci anni, far fortuna sotto il nome di Rackvoeller.
Ero un magnate della finanza, avevo tutto ciò che volevo, ero persino riuscito, per vie traverse a recuperare il baule... Ma...
   "Ma ora perchè è qui, signore? "
Avevo bisogno di sapere cosa era scritto in quella pergamena prima di regalare il collier a mia moglie per il nostro venticinquesimo di matrimonio, fosse stato di un'altra, lo avrei restiruito...
   " Ma se nessuno é tornato per riaverlo, signore...".
Senza dubbio feci delle ricerche, ma in nessun luogo trovai spiegazioni, cenni o appartenza, quindi la cosa mi parve strana e mi rivolsi a lei.
   " Mi faccia vedere la pergamena... è così... non è arabo, sembra più.... SANSCRITO!!! È sanscrito dice: chi indosserà le mie vesti sarà sconfitto dal suo nemico...
   " Ma io, pur essendo un magnate, non ho nemici... è tutto lecito, non sono mai entrato nell'oscurità..."
   " Eppure dice così, e... Chi possiederà questo diadema sarà colei che produrrà morte della vita..."
   " No, è impossibile, io e mia moglie ci amiamo, non ucciderebbe nessuno..."
   " Signore, se mette in dubbio la mia parola..."
   " Buona sera buon uomo, ecco il compenso pattuito..."
La notte volle che la festa nel palazzo del magnate, pur se adombrata da un certo senso di colpa, continuasse nella sera, dove la moglie sfoggiò uno dei più bei diademi della storia... avvolto dal fascino del mistero. Ella si accostò ad un uomo in gessato bianco e lo baciò in disparte, poi si allontanò promettendo per il futuro.
L'uomo era uno zingaro, furbo, ma non molto, si fece notare dalla servitù ed essa chiamò il padrone che ingiunse di portare lo zingaro fuori dal caseggiato, ma egli non voleva, così si fece accompagnare alla porta solo dal vecchio magnate e quando nessuno lo vide tirò fuori qualcosa di scintillante e disse:
   " La luce va alla luce, ma ciò che è del demonio torna indietro, non ti sei accorto, ma hai fatto un patto con me ed adesso il tempo è scaduto... torna dalla parte di chi PAGA! ".
E lo accoltellò.
Il contadino si svegliò in casa sua di buon grado, ma da quel giorno, avendo conosciuto l'oro e tutto ciò che portava di buono, cominciò a non mangiare, a non bere, a non prendersi cura della piccola fattoria... a deperire e dopo settimane... morì.
Un uomo in gessato bianco era presente al funerale e finito il rito chiese di chi fosse il casale per comprarlo. Gli dissero che sarebbe andato ad un nipote, ma con un' offerta più che generosa riuscì a comprarlo e dopo aver aperto il baule, esclamò: " Ahhhh, i miei primi vestiti ed i contratti delle mie proprietà, dopo la moglie, aggiungerò gli altri..."


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